GESÙ nella GNOSTRA, un presepe tra memoria, identità e cultura
Un presepe frutto di fede e passione, testimonianza di religiosità, tradizione, storia e cultura popolare.
Questo è in sintesi il significato e la descrizione della rappresentazione della nascita di Gesù allestita in via Purgatorio, vicino alla Chiesa Matrice, nel cuore del centro storico di Noci, da un gruppo di amici del presepe.
L’ambientazione è costituita da una caratteristica “gnostra”, quella di via Torre, nella quale si ripropongono elementi architettonici e scene di vita della Noci del passato.
Le antiche case, con i tipici tetti a due falde rivestiti di chiancarelle, e la pavimentazione della gnostra sono stati realizzati a mano con legno, polistirolo, gesso, collanti e colori vari.
I personaggi sono creati artigianalmente, volti e arti plasmati in terracotta e artisticamente dipinti, vestiti cuciti con amorevole pazienza. Anche i dettagli (oggetti di uso quotidiano, alimenti, …) sono frutto di abile e certosino lavoro.
Non manca l’aspetto letterario costituito da una piccola rassegna poetica natalizia di autori locali: Giulia Basile, Pino De Grazia (1923-1991), Rosetta De Tommasi (1929-1987), Antonio Gabrielli (1870-1940), Giovanni Lippolis e Ottavio Lopinto.
Un presepe che merita di essere visitato e vissuto. Sì, perché sono innumerevoli le sensazioni, i ricordi, le emozioni, i sentimenti che i particolari scenografici e dei personaggi riescono a suscitare e a stimolare nell’osservatore di ogni età.
Gli ideatori e realizzatori - Giuseppe Giacovelli, Emilio Mastropasqua e Angela Carucci, coadiuvati da Vito Genco – nella fase di studio e progettazione hanno tratto ispirazione anche da una poesia di Enrico Gioia (1904-1973) che efficacemente riassume il significato della gnostra:
A gnostre
Cia iè a gnostre? Stu termene criuse
e Nusce vol disce pi’ vellane
nu lueche attorniate e tutte chiuse
da casere antiche e da suttane.
Ne stè qualcune ca pure tène atturne
vecchie cantine e qualche gaddenare
e stonne pure i sarcene du furne
o qualche vecchia stadde de massare.
Quann’è a sère, sott’a lampadine
s’azzedene li femene a fè nu misceche
ci ca calzette e ci chi fafe nzijne,
mentre ca se godene lu frische.
Quanne stè a lune e a nott’è senza vijnte
tutte le gnostre pare ca è d’argijnte.
Cos’è la gnostra? Questo termine strano
a Noci vuol dire per gli abitanti
un luogo attorniato e tutto chiuso
da antiche case e da sottani.
C’è n’è qualcuna che intorno tiene anche
vecchie cantine e qualche gallinaio
e stanno pure le fascine del forno
o qualche vecchia stalla di massaro.
Quando è sera, sotto la luce pubblica
si siedono le donne a fare comunella
chi con la calzetta* e chi con le fave in grembo**,
mentre si godono il fresco.
Quando c’è la luna e la notte senza vento
tutte le gnostre sembrano d’argento.
*= a realizzare calze di lana ai ferri.
**= a sgusciare le fave secche o a “spizzicarle”, a togliere, cioè, il solo nasello.
Il presepe sarà visitabile fino a domenica 11 gennaio 2015 tutte le sere dalle ore 18.30 alle ore 22.00; i giorni festivi anche la mattina dalle 10.00 alle 13.00.
Foto: Stefano Verdiani